Enrica Ribet

A fine Novembre sono stata ricoverata presso l'ospedale di Tortona nella stessa camera con Suor Maria Annetta delle Piccole Suore Missionarie della Carità. Nella condizione critica in cui ci trovavamo, abbiamo avuto il piacere di condividere una spiacevole esperienza incoraggiandoci a vicenda; le dicevo continuamente che niente passa invano e lei annuiva rivolgendosi a Dio. Annetta, così l'ho sempre chiamata dandole del tu per suo desiderio, ha superato l'intervento chirurgico con grande forza d'animo tant'è che sono andata a farle visita alla casa delle suore dove l'ho trovata in progressivo miglioramento, ignara che dopo qualche mese sarebbe arrivato il covid a portarsela via. Mi è rimasto di lei il ricordo di una persona vivace, arguta, simpatica e ottimista, nonostante si lamentasse comprensibilmente del dolore. Nella lunga notte insonne trascorsa a chiacchierare, mi ha inondata di domande a cui rispondevo volentieri perché sembravano fatte da una bambina curiosa e priva di malizia. Annetta guardava i gattini sul mio pigiama e diceva «gli animali hanno tanto da insegnarci»; aveva notato sul mio comodino un libro di filosofia e diceva «la filosofia aiuta nei momenti dolorosi»; mi chiamava affettuosamente «ragazza», addirittura «bambina», e la cosa mi faceva sorridere perché ho compiuto da poco mezzo secolo di vita. Ciò che mi ha più emozionato è stato il momento in cui Suor Romana si è congedata augurandole «Buona notte e sogni d'oro» ma lei, pronta e saggia, le ha risposto «Mi accontenterei di sogni di latta». Solo una persona con un animo grande può capire che nei momenti critici serve davvero poco a stare bene. Le ho detto che "Sogni di latta" è una canzone di Renato Zero che ha segnato la mia adolescenza: un inno alla speranza di un mondo migliore. Con la discrezione che contraddistingue le persone intelligenti, Annetta non ha mai affrontato con me il discorso della fede in Dio quindi non le ho mai detto di essere atea sbattezzata, cosa che penso non avrebbe scalfito la nostra serena convivenza ospedaliera, perché chi nutre un sincero sentimento di fede non lo usa per dividere bensì per unire. Sogni d'oro a te, dolce Annetta.